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L'autopsia non scioglie i dubbi sul decesso di un 53enne all'Ospedale di Copertino

lunedì 20 gennaio 2014 - L'esame autoptico non ha fornito elementi utili a stabilire le cause del decesso di Cosimo Damiano Ronzino, avvenuto il 26 dicembre nel nosocomio di Copertino. Bisogna dunque attendere l'esito degli esami istologici.

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L’autopsia non ha sciolto i dubbi legati alla morte di Cosimo Damiano Ronzino, il 53enne deceduto in circostanze sospette nell’ospedale di Copertino, lo scorso 26 dicembre. Bisognerà dunque attendere gli esiti degli esami istologici per avere un quadro più chiaro della vicenda. La consulenza sarà depositata tra sessanta giorni. Sono tredici i medici iscritti nel registro degli indagati dal pubblico ministero Elsa Valeria Mignone, titolare del procedimento. Si tratta del personale medico che ha avuto in cura il 53enne nel corso dell’intero iter ospedaliero. Il paziente era stato trasportato presso il nosocomio da un’ambulanza del 118 e, dopo il passaggio in pronto soccorso, era stato sottoposto a radiografia dell’omero del braccio sinistro e ricoverato nel reparto di ortopedia, dove gli era stata applicata una fasciatura per bloccargli il braccio destro. Dopo tre giorni, il 20 dicembre, era stato operato all’omero perché dovevano applicargli delle placche. Fu un intervento chirurgico laborioso, perfettamente riuscito secondo il personale medico. Le condizioni di Ronzino, però, si erano aggravate: aveva sempre forti difficoltà a urinare e ed era stato sottoposto, nel reparto di urologia, dopo un tentativo di applicargli un catetere, ad un piccolo intervento per applicargli una sacca, con apposito drenaggio delle urine. Inoltre il 53enne lamentava forti dolori diffusi alla spalla e al bacino. L’ematoma era sempre più visibile e diffuso in tutta la parte posteriore sinistra del corpo. Dalle successive radiografie era emerso che aveva altre lesioni e fratture al bacino e al femore sinistro, tanto da richiedere un nuovo intervento. La mattina del 26 dicembre le condizioni del paziente si erano ulteriormente aggravate. A nulla erano serviti i tentativi di rianimarlo, poche ore dopo l’uomo era deceduto.