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Deceduta dopo la diagnosi di cancro sbagliata: al Tribunale di Nardò testimonia il radiologo che scoprì l'errore.

venerdì 12 aprile 2013 - Nuova udienza per il caso di Bruna Perrone, la signora di Guagnano deceduta a 58 anni, perchè malata di leucemia. Secondo i legali della famiglia, il decesso fu la conseguenza di cure invasive effettuate per curare un inesistente cancro al fegato.

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NARDO’ – Dopo il processo con rito abbreviato, nel quale due medici sono stati assolti, altre due restano le posizioni pendenti, quelle dell'oncologo e del radiologo, all’epoca dei fatti entrambi in servizio presso l’ospedale “Sambiasi” di Nardò. Al centro della vicenda, la morte di Bruna Perrone, una donna di Guagnano, deceduta a soli 58 anni per leucemia. Secondo la famiglia, il nefasto decorso potrebbe essere la conseguenza diretta di cure sbagliate prescritte sulla base di un’errata diagnosi di cancro al fegato. Il tumore, infatti, e per ora è forse l’unica certezza, non esisteva. In realtà si trattava, come accertato in seguito, di un angioma gigante. Il 10 aprile, presso la sede distaccata del tribunale neretino, si è svolta una nuova udienza del processo penale. A testimoniare, oltre alla figlia della donna, è stato il radiologo che per primo si accorse della diagnosi errata, quando però erano ormai trascorsi quasi tre anni da quando la donna aveva iniziato trattamenti di chemioterapia. Nell’udienza che ha preceduto quest’ultima, avevano già presentato le loro perizie i consulenti nominati dalla Procura di Lecce, due esperti del Dipartimento di medicina legale di Foggia, i quali hanno confermato tutta la vicenda, dall’inizio e fino al suo decorso finale.