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A Tuglie morte sospetta di un 35enne: indagata la guardia medica ed il medico del pronto soccorso.

martedì 19 febbraio 2013 - Un forte dolore al braccio sinistro sarebbe stato trattato come nevralgia sia dalla guardia medica che dal pronto soccorso di Gallipoli. La morte dopo poche ore: l'ipotesi di reato è omicidio colposo.

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Dopo il decesso dell'uomo di 35 anni, originario di Tuglie, occorso il 18 febbraio del 2011, sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo, due medici: un 40enne di Parabita, in servizio presso la guardia medica di Tuglie; un medico del pronto soccorso di Gallipoli. A causare il decesso fu un infarto che colpì il 35enne poco dopo essere stato dimesso dall’ospedale della “città bella”. Nella denuncia presentata dai familiari dell’uomo, furono evidenziate presunte negligenze da parte della guardia medica di Tuglie e dei sanitari dell’ospedale della città jonica. Il parente, che lavorava come cassiere in una pizzeria, avvertì improvvisamente un forte dolore al braccio sinistro, tanto da allertare i familiari, che lo accompagnarono presso la guardia medica del piccolo comune a sud di Lecce. Il medico di turno, però, gli avrebbe diagnosticato una semplice nevralgia, limitandosi a praticargli un’iniezione di Voltaren, un semplice antinfiammatorio, rassicurandolo poi sulla scarsa gravità del problema. Il dolore al braccio tuttavia non si sarebbe mai attenuato e, una volta tornato a casa, le condizioni si sarebbero aggravate, tanto da spingere la fidanzata e la sorella ad accompagnarlo presso il pronto soccorso dell’ospedale di Gallipoli, dove arrivò pochi minuti dopo l’una. Nel nosocomio della “città bella”, secondo quanto riportato nella denuncia, il paziente non avrebbe ricevuto alcuna assistenza, nonostante l’uomo presentasse i sintomi tipici del principio d’infarto. I medici si sarebbero limitati a consigliargli di assumere degli antidolorifici e applicare sul braccio dolorante una borsa d’acqua calda, attribuendo il dolore a una semplice nevralgia cervicale con irradiazione al braccio. Il 35enne avrebbe dunque fatto nuovamente ritorno a casa, dove le sue condizioni avrebbero continuato a peggiorare, tanto da richiedere, un paio d’ore dopo, l’intervento di un’ambulanza del 118. I sanitari, giunti sul posto verso le due e trenta di notte, non poterono far altro che costatare il decesso.